Lo scorso weekend (9, 10 e 11 dicembre 2022) si è tenuto il V congresso del Noveau Parti Anticapitaliste francese. A Saint-Denis (Seine-Saint-Denis) si sono riuniti 210 delegati/e, eletti/e nelle assemblee territoriali tenutesi dal 19 novembre al 4 dicembre su tre testi di orientamento tra loro contrapposti: la piattaforma A (Nessuna scissione, nessuna stagnazione, con un programma di movimento ma per la continuità del NPA), ha ricevuto il 6,16%; la piattaforma B (Unitario e rivoluzionario, un NPA utile di fronte alle devastazioni del capitalismo, intorno alla direzione storica del LCR e dell’NPA, con un programma volto a sviluppare un fronte politico unitario con La France Insoumise di Mélenchon) ha ottenuto il 48,29%; la piattaforma C (Attualità e urgenza della rivoluzione, che riuniva le sinistre di Anticapitalismo e rivoluzione, L’Étincelle, Socialismo o barbarie e Democrazia rivoluzionaria, su un programma di autonomia di classe e sviluppo del NPA) ha ottenuto il 45,55%.
Il primo giorno, però, 99 delegati/e (facenti capo alla piattaforma B) hanno deciso di spaccare il NPA, assumendosi la pesante responsabilità (pur con una minoranza di consensi nell’organizzazione) di uscire dal congresso e dichiarare conclusa l’esperienza del partito, denunciando il presunto correntismo che avrebbe oramai travolto il partito, per loro ridotto ad un fronte di organizzazioni diverse. Un operazione politica in fondo volta a risolvere d’imperio il confronto politico (che non li ha visti prevalere) e sviluppare quindi concretamente il loro percorso di avvicinamento alla NUPES (Nouvelle Union populaire écologique et sociale), che loro ritengono lo strumento utilizzato da una parte importante delle classi lavoratrici per difendersi da Macron e dall’estrema destra. Per questo hanno deciso di convocare un incontro pubblico a Parigi martedì 17 gennaio alla Bellevilloise, con i portavoce Olivier Besancenot, Christine Poupin, Philippe Poutou e Pauline Salingue.
Le delegate e i delegati della Piattaforma C non hanno però subito passivamente questa grave scelta di spaccatura: hanno subito reagito nel congresso e sul piano pubblico, con un appello alla coerenza e alla continuità dell’esperienza del NPA, su cui nessun delegato ha avuto un mandato esplicito per la divisione. Per questo hanno convocato un’assemblea generale nel pomeriggio di domenica 18 dicembre, nella regione parigina, con la possibilità anche di partecipare a distanza.
Condividendo il loro appello e il loro sforzo di mantenere vivo, indipendente e con una politica di unità rivoluzionaria un soggetto importante della sinistra classista ed internazionalista europea, pubblichiamo qui in italiano la dichiarazione del congresso del NPA approvata da questi delegati e delegati domenica scorsa a Saint Denis, 11 dicembre 2022 (qui il testo originale in francese).
Dichiarazione del Congresso del NPA – 11/12/2022: Urgenza e attualità della rivoluzione, continuiamo il NPA
Il congresso del Nuovo Partito Anticapitalista ha riunito questo fine settimana a Saint-Denis 210 delegati, in rappresentanza dei 2.013 membri del partito. La piattaforma A ha ricevuto 91 voti, pari al 6,21%, la piattaforma B : 711 voti, pari al 48,50%, e la piattaforma C : 664 voti, pari al 45,29% (cioè 47 voti di differenza). Si è tenuta pochi mesi dopo che l’NPA nel suo complesso ha condotto la campagna presidenziale del NPA, una campagna che ha contribuito a un nuovo afflusso di militanti al NPA, in un anno, di oltre 500 giovani, scolarizzati o lavoratori, che si sono uniti ai ranghi del partito.
Nonostante questi passi avanti, una parte della direzione uscente del NPA ha scelto di lasciare il congresso prima di qualsiasi votazione, comprese quelle decisive sull’orientamento, per condurre da sola una politica in direzione della NUPES e della sua principale componente LFI, iniziata nelle elezioni regionali del 2021 in Nuova Aquitania e Occitania, e confermata in occasione delle elezioni legislative del 2022. Una politica di separazione delle minoranze che ha ricevuto solo 100 voti a porte chiuse, mentre il partito aveva inviato 210 delegati a questo congresso. Gli scissionisti della direzione uscente hanno scelto di tentare di far esplodere il partito in violazione del voto democratico dei militanti che, nelle loro assemblee elettive, hanno votato a maggioranza per una mozione esplicita a favore della “continuazione del NPA”, o votando a maggioranza per le piattaforme che rifiutavano la scissione, tra cui la nostra piattaforma C. Questa piattaforma ha un’ampia maggioranza nel settore giovanile dell’NPA, in molti settori professionali (trasporti, poste, automobili…) e in importanti federazioni (Parigi, Marsiglia, Lione, Bordeaux, Rouen…).
Questa scelta è irresponsabile, tanto più che la situazione nazionale e internazionale impone ai rivoluzionari di rinserrare i ranghi e di proporre prospettive di emancipazione rivoluzionaria per il mondo del lavoro e della gioventù. Lasciate che si raggruppino piuttosto che dividersi. Ma l’NPA continuerà, nonostante la defezione dei suoi principali portavoce. Noi, delegati della piattaforma “Attualità e urgenza della rivoluzione”, che abbiamo ottenuto quasi la metà dei voti del partito, ci assumiamo questa responsabilità nei confronti di tutto l’NPA, dei suoi comitati, delle sue federazioni e delle sue sezioni, indipendentemente dai voti del congresso. Da lunedì riuniremo tutti gli organi del NPA.
Chiediamo a tutti i militanti del nostro partito, dietro la maggioranza che si è espressa contro la scissione, di continuare a costruire l’NPA con noi. E oltre a questo, con noi, per responsabilità internazionalista, per lottare contro la frammentazione dell’estrema sinistra e del movimento rivoluzionario su scala globale. L’NPA si è sempre concepito come un polo di raggruppamento dei rivoluzionari, verso un partito rivoluzionario dei lavoratori e lavoratrici.
Qui in Francia, il mondo del lavoro si trova di fronte a un’offensiva generale da parte dei padroni e del governo. I lavoratori dipendenti, compresi i più precari, i disoccupati, i pensionati e i disabili vengono colpiti duramente. Con un’inflazione che supera il 6% su base annua, i salari vengono ridotti ogni giorno di più e alle classi lavoratrici vengono promessi nuovi sacrifici: per molti si parla di fame e freddo, senza elettricità e riscaldamento, quest’inverno. Per l’inizio del 2023 è annunciato un aumento delle tariffe dei trasporti pubblici, dei pedaggi autostradali, delle poste, ecc. Il governo sta sferrando il suo attacco alle pensioni degli anziani, tra l’altro innalzando l’età legale di pensionamento.
Questo autunno è già stato caratterizzato da un gran numero di mobilitazioni e scioperi per l’aumento dei salari, che sono stati sparsi e isolati ma determinati. La giornata di sciopero nazionale del 18 ottobre, a sostegno degli scioperanti delle raffinerie ma anche per la rabbia contro Macron e il suo governo che volevano requisirle, ha dimostrato che un’esplosione di rabbia era possibile. È urgente preparare le mobilitazioni e la loro generalizzazione, l’unico modo per cambiare i rapporti di forza e respingere gli attacchi del padronato e del governo: per un aumento dei salari e delle pensioni di 400 euro netti al mese per tutti, per nessun reddito inferiore a 2.000 euro e per un allineamento sistematico dei salari ai prezzi, per una pensione completa con un massimo di 37 anni e mezzo di contributi e a partire dai 60 anni. Si tratta di imporre una divisione del lavoro tra tutti – lavorare tutti e lavorare meno -, senza alcuna riduzione del salario, anzi con salari che seguono il costo della vita. Alla necessità di conquistare queste esigenze vitali si aggiunge la rabbia per il crescente degrado delle condizioni sanitarie, educative e di trasporto, nonché per i danni ecologici che stanno rovinando la vita quotidiana delle classi lavoratrici e dei giovani. Queste richieste di una vita diversa, non sacrificata al profitto, si realizzeranno con la lotta di classe, con una risposta complessiva del mondo del lavoro e non delle istituzioni. Non è né in Parlamento né nelle aule del dialogo sociale che il mondo del lavoro potrà vincere. Non ci sarà un capitalismo dal volto umano, come difende FI, né una rivoluzione dei cittadini attraverso le urne. Riaffermiamo la necessità e la possibilità di costruire un partito rivoluzionario, perché il rovesciamento dei padroni e la definitiva sottrazione del potere non avverranno attraverso le elezioni. Nell’immediato futuro, l’NPA darà priorità alla costruzione di mobilitazioni, con tutti coloro – e sono molti intorno a noi, organizzati politicamente, nei sindacati o nelle associazioni, e anche di più non organizzati – che vogliono muoversi in questa direzione. Manifesteremo del corteo del NPA alla Marcia delle Solidarietà del 18 dicembre, alla quale invitiamo tutti a partecipare.
Di fronte all’ascesa delle correnti e delle idee nauseabonde dell’estrema destra, nazionaliste e razziste, ampiamente riprese dalla destra e dallo stesso governo, di fronte alla guerra e al caos verso cui ci sta portando la società capitalista, abbiamo una responsabilità particolare nei confronti della nostra classe sociale, la responsabilità di aiutarla ad avere fiducia nelle proprie forze per combattere sul proprio terreno e a uscire dalle illusioni istituzionali. Mentre il mondo del lavoro mostra il suo potere di bloccare l’intera società quando sciopera. Una forza di blocco ma anche di riorganizzazione dell’intera società, se i proletari in lotta si spingono oltre e si organizzano per porre le basi del proprio potere.
Anche la situazione internazionale richiama le nostre responsabilità. Scioperi e ondate di proteste sono in corso in vari paesi, tra cui l’Inghilterra. Più in generale, si assiste a un’ondata di proteste sociali su larga scala senza precedenti. Nel 2019, a meno di dieci anni dalle rivoluzioni arabe del 2011, abbiamo assistito a una recrudescenza delle proteste di massa: in tutto il mondo e ora anche in Iran e in Cina. Esse si aggiungono alle grandi lotte delle donne per il diritto all’aborto e contro la violenza sessuale e di genere, alle lotte per i diritti LGBTI, alle lotte dei giovani e degli anziani per il clima e contro il razzismo.
In un momento in cui si profilano i pericoli reali della militarizzazione e dell’irrigidimento autoritario dei regimi contro le classi lavoratrici, ma in cui emergono reazioni e capacità di affermazione della nostra classe quasi ovunque nel mondo, è giunto il momento di dare vita concretamente a un polo rivoluzionario. Raggruppare quelle forze, minoritarie ma comunque molto reali, che militano per il rovesciamento rivoluzionario del sistema. Un sistema capitalistico che sta accumulando prove del suo fallimento nel soddisfare i bisogni dell’umanità, mentre oggi, tra gli otto miliardi di persone, la maggioranza è tenuta sull’orlo della sopravvivenza.
Ci rivolgiamo a tutti i lavoratori, giovani e meno giovani, rivoltati dal sistema di sfruttamento capitalistico e dal suo corteo di miseria, guerre e oppressioni: unitevi a noi per il suo rovesciamento e portiamo tutti insieme in primo piano l’attualità e l’urgenza della rivoluzione!