Come abbiamo già sottolineato, ogni guerra contiene dentro di sé molteplici conflitti. Quella oggi in Ucraina ne comprende con evidenza diversi: l’autodeterminazione ucraina dallo sciovinismo grande russo (gestito oggi da un capitalismo di rendita, strettamente connesso ai residui dell’apparto militar industriale sovietico, che ha invaso il paese); l’indipendentismo del Donbass dall’Ucraina dell’Euromaidan; il confronto tra Russia e alleanza atlantica (USA, UE, NATO); la competizione tra USA e Unione Europea (che usa il solco euroasiatico tracciato da questa guerra per dividere il continente, colpire la Germania, subordinare la sempre incipiente ma mai nata autonomia imperialista europea); il più generale scontro tra i due principali poli imperialisti mondiali, USA e Cina (senza la cui forza capitalista e la cui proiezione imperialista la Russia non avrebbe mai avuto la capacità di iniziare questo confronto militare: è infatti indispensabile quella profondità strategica, l’acutizzarsi della competizione mondiale con il decennio di confronto sino-americano sviluppatosi nella presidenza Trump, quindi la disponibilità cinese ad una sostanziale copertura economica e politica, per sostenere un’inizitiva così forte come l’invasione dell’intera Ucraina).
Nel quadro del mercato mondiale, della sua dinamica ineguale e combinata, la guerra Ucraina ha quindi per noi una componente dominante, che in-forma e plasma le altre: quella appunto dei diversi scontri interimperialistici che fra loro si combinano e si intrecciano. Nonostante sia evidente la responsabilità russa dell’invasione, ed anche il suo profilo imperialista e reazionario (tracciato da un regime bonapartista che reprime non solo la classe operaia del suo paese ma anche quella della sua sfera di influenza, come recentemente avvenuto in Kazakistan), a dominare e determinare la guerra è il processo di allargamento della NATO e lo scontro diretto tra le diverse potenze mondiali con le loro sfere di influenza, che attraversano proprio il territorio ucraino, acutizzato nell’ultimo decennio dalla Grande Crisi.
Ogni guerra è bastarda, ogni invasione comporta barbarie e massacri. Il loro uso nella propaganda di guerra non ne elimina la realtà e la brutalità. Come fu in Lussemburgo o in Belgio nel 1914, una delle prime occasioni in cui nell’occupazione di un paese neutrale, sui piccoli e grandi crimini contro la popolazione civile, si sviluppò una propaganda di guerra e il loro uso per mobilitare le masse. Proprio per combattere queste barbarie e questi massacri, al di là di ogni propaganda, pensiamo che oggi sia necessario schierarsi contro questa guerra, contro gli imperialismi che l’hanno innescata e la stanno plasmando, contro la mobilitazione nazionale e la militarizzazione sociale che stanno accompagnando questa svolta: in Russia, in Ucraina, come in tutta Europa e in Italia.
Per questo abbiamo assunto sin dal primo giorno una posizione antimilitarista e disfattista, contro tutti gli eserciti che stanno conducendo questa guerra (compreso quello ucraino, inserito nella rete di alleanze e negli schieramenti internazionali che dominano il conflitto), contro tutti gli imperialismi che hanno accelerato il riarmo, sostengono quella guerra, stanno massacrando i popoli di quel territorio di frontiera (e reprimendo i propri popoli) per sostenere la competizione internazionale in questo presente di crisi.
Siamo contro ogni invio delle armi e ogni sostegno attivo a qualunque delle parti coinvolte in questa guerra, perché non siamo semplicemente di fronte ad una resistenza popolare di un paese oppresso contro una potenza imperialista straniera: siamo di fronte al primo atto di una nuova stagione di progressiva precipitazione di uno scontro interimperialista, che a causa della deterrenza nucleare si apre e si svolge per ora in un terreno (relativamente) limitato, con coinvolgimenti in parte indiretti e mediati, con un accelerato tessersi di alleanze e schieramenti militari che svilupperanno nei prossimi anni blocchi e conflitti che, purtroppo, rischiano con sempre più forza di esser sempre più dispiegati. Per questo non siamo dalla parte dell’esercito ucraino e della resistenza ucraina (che comunque, oggi, in quell’esercito è inquadrata).
Per questo riteniamo un grave errore schierarsi con una cosiddetta resistenza popolare ed autonoma dall’esercito ucraino. In primo luogo perchè in realtà non ci pare esista nessun reale margine di autonomia politica e militare nelle file dell’esercito ucraino, nel quadro di quel processo di mobilitazione e mlitarizzazione sociale che è in corso sia in Russia sia in Ucraina. Al di là del consenso di massa per il regime ucraino e la sua resistenza, consenso di massa tra l’altro presente oggi anche in Russia a sostegno dell’invasione (reazione sociale classica ad un’iniziativa di guerra e, con maggior forza, in un’invasione), il suo organizzarsi e irrigimentarsi nelle file della politica e dell’esercito ucraino è un processo politico sostanzialmente diverso, in qualche modo opposto, alla dinamica di sviluppo di una resistenza popolare e sociale. Questa infatti è classicamente caratterizzata da una sostanziale molteplicità identitaria, militare e politica che nasce proprio da un collasso, nella sconfitta militare, degli apparati ideologici e repressivi dello Stato, che controllano per conto delle classi dominanti la popolazione e quindi le diverse soggettività della classi subordinate. E’ proprio questa condizione, il libero svolgersi e organizzarsi dei diversi interessi e di diversi progetti politici nella destrutturazione delle classi dominanti, che permette spesso ad una resistenza popolare di sviluppare la sua capacità di trasformazione sociale, e anche attraverso una lotta nelle sue stesse file, di dispiegare una potenzialità rivoluzionaria.
Al di la di queste considerazioni sulla cosiddetta resistenza ucraina, in ogni caso il suo sostegno non coglie la dinamica politica dominante: in Russia, in Ucraina come in tutta Europa. Chi oggi non si attiva contro l’invasione russa e contro la resistenza ucraina, contro il riarmo e contro l’invio delle armi, contro il clima di contrapposizione tra civilità che sta montando, cioè chi non assume oggi con nettezza un profilo ed un’iniziativa disfattista e antimilitarista, non solo non coglie la realtà della dimensione mondiale dei processi in corso, le sue gerachie e la precipitazione dei suoi conflitti nell’attuale fase di Grande Crisi, ma soprattutto non sollecita la classe lavoratrice a disertare la logica dei blocchi che in questa guerra sta maturando, non sostiene il difficile compito di attivare una contrapposizione sociale alla mobilitazione di guerra oramai avviata anche in questo paese. Nel caso di forze classiste, anticapiliste, internazionaliste, o persino comuniste e rivoluzionarie, si tratta cioè di mancare il principale compito politico che hanno di fronte nella prossima fase: il principale, perchè il più urgente e il più rilevante, la condizione stessa di una reale autonomia ed indipendenza di classe, senza la quale nessun reale proggetto e processo di trasformazione sociale si puà realmente attivare.
Il dominio della componente interimperialista di questo conflitto è per noi evidente sin dalle prime battute di questa guerra. Lo abbiamo visto nei fitti colloqui diplomatici che l’hanno preceduta, nelle incerte trattative in Bielorussia e in Turchia, come negli attuali sviluppi e nelle stesse tendenze del conflitto, sospinti dalla tenuta militare ucraina, dalla pervicace intenzione distruttiva russa, dal massiccio afflusso di armamenti NATO e europei. Questa dinamica è sempre più evidente, riconosciuta apertamente e persino rivendicata dai protagonisti in campo: lo si vede nei discorsi di Draghi sull’economia di guerra o in quelli di Biden sul significato e le prospettive della guerra ucraina.
Per questo abbiamo ritenuto utile pubblicare oggi la traduzione integrale di questo discorso, tenuto il 3 maggio 2022 dal Presidente degli USA alla Lockheed Martin (una delle principali fabbriche di armi USA), a Troy in Alabama. Un discorso rivolto ai lavoratori e alle lavoratrici che producono le armi dirette all’Ucraina (in particolare i missili Javelin), in cui si traccia lo scenario di uno scontro dispiegato con la Cina e i lineamenti di un conflitto mondiale per cui, esplicitamente, oggi si chiama a combattere gli ucraini al posto dei soldati americani (per evitare il diretto conflitto nucleare). Un discorso, inoltre, dove si traccia con chiarezza anche il risvolto produttivo ed economico di questo conflitto, a partire dai semiconduttori e dalla necessità di fratturare la globalizzazione degli ultimi decenni, accorciando le filiere produttive all’interno della propria area continentale di riferimento. Un discorso chiaro ed esplicito, su questa guerra e soprattutto sulle sue prospettive future.
Qui avete il testo originale in inglese.
POTUS [President Of The United States], 3 maggio 2022, Troy, Alabama Ti dico una cosa, Linda [Linda Griffin, responsabile della produzione dei missili Javelin, ndt]: se fossi l’amministratore delegato di questa azienda, sarei preoccupato. [Risate]. Buon pomeriggio a tutti. E grazie, Jim, per l’invito a essere qui oggi [James Taiclet, presidente e Ceo di Lockheed Martin, ndt] e grazie a Linda, per il caloroso benvenuto di oggi. E grazie alla parlamentare Terri Sewell, grazie per tutto quello che fai per la gente di questo Stato e del Paese e per la tua amicizia – la nostra amicizia.
Io sono voluto venire in Alabama per assicurarmi che il popolo americano sapesse cosa i lavoratori in questo… E, a proposito, se hai un posto, per favore, prendilo. [Risate]. La stampa è sempre leale con me, ma una volta — cioè, ogni tanto — faccio un errore … beh, una volta per discorso. Ma, in ogni caso, io – anni fa, quando ho iniziato a parlare di queste cose per la prima volta – di questo lavoro, ho detto: “Per favore, siediti”. Non c’erano posti. Tutti erano in piedi. Non c’erano sedie. [Risate]. Quindi, volevo solo assicurarmi di aver controllato se avevate dei posti.
Guardate, il popolo americano sa cosa stanno facendo i lavoratori di questa struttura – e lo condivide: per sostenere la lotta per la libertà dell’Ucraina. Sono quindi venuto a dire grazie, grazie, grazie. Questo è il motivo per cui sono qui.
Io sono stato su quei campi di battaglia in cui vengono lanciati questi missili e ho passato molto tempo entrando e uscendo dall’Iraq e dall’Afghanistan, forse un totale di 40 volte. E vi dico una cosa: – e io sono stato in Ucraina molto prima della guerra e al confine dopo la guerra – ed è… è incredibile quello che avete fatto.
Vediamo ogni giorno le atrocità e i crimini di guerra che vengono commessi dalle forze russe in Ucraina, dirette da Vladimir Putin. Ed è davvero straziante. Vediamo l’incredibile coraggio dei combattenti ucraini che difendono il loro paese con tutto ciò che hanno. E non sono solo i loro soldati. Sono le persone per strada, le persone comuni. Molti sono andati via – 5 milioni – ma molti rimangono, donne e uomini, a combattere per il loro paese. E sappiamo che gli Stati Uniti stanno guidando i nostri alleati e partner in tutto il mondo per assicurarsi che i coraggiosi ucraini che stanno combattendo per il futuro della loro nazione abbiano le armi, la capacità, le munizioni e l’equipaggiamento per difendersi dalla brutale guerra di Putin. Sono stati commessi molti crimini di guerra.
Ma quello che non vediamo – quello che non sempre vediamo – è il lavoro che rende possibile tutto questo. E questo lavoro siete voi. Non è un’iperbole. Siete voi che rendete possibile la difesa degli Ucraini. Permettete loro di avere una possibilità. Sapete, durante la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti erano conosciuti come l’arsenale della democrazia. C’era Rosie the Riveter – che in realtà ho avuto modo di incontrare, prima che morisse – e un sacco di persone che, in effetti, l’hanno tenuta in vita.
Io – una piccola digressione – sono andato [alla cerimonia] per il 50° anniversario della fine della seconda guerra mondiale. Ed ero in Normandia, e poi sono salito con il… al cimitero. E stavo camminando da solo. Ed è… è incredibile. È immacolato. È perfettamente curato e le lapidi sono tutte uguali. Ho guardato in basso in una fila e ho visto tre nomi, gli stessi nomi. Un padre e due figli che erano morti nello sbarco. Ed ero curvo, e leggevo le date della loro nascita. E tutto ad un tratto, ho sentito dietro di me: “Attenzione!” E mi sono voltato e c’era un signore che doveva avere poco più di 80 anni, su una sedia a rotelle, a farsi portare da suo figlio che – ragazzone – somigliava a Hoss Cartwright – e suo – e sua moglie e uno di loro – e un figlia. E lui mi ha salutato, così io l’ho salutato, e… in quel momento mi sono voltato e ho detto: “Grazie per quello che hai fatto. Grazie per aver salvato, letteralmente salvato la civiltà”. E mise la mano su quella di sua moglie, sua moglie, la sua mano era sulla sua spalla. E lui disse: “No, no. Lo ha fatto lei. Lo ha fatto lei.” E l’ho guardata, e lui ha detto: “Ha costruito il mezzo da sbarco che ci ha portato qui. Lei e le sue amiche: sono loro che l’hanno fatto”. E andò avanti, finì il suo discorso.
E all’improvviso, mi sono reso conto: voi lo state facendo. Voi lo state facendo davvero. State facendo una differenza enorme per questi poveri figli di un cane che sono sottoposti a una pressione e a una potenza di fuoco così enormi. Con questi missili Javelin che ho appena visto – ce ne sono 10 per ogni carro armato che c’è in Ucraina – state cambiando la vita delle persone. [Applausi]. No, realmente lo state facendo. Tanti anni fa, noi (americani) abbiamo costruito le armi e gli equipaggiamenti che hanno liberato l’Europa. E questo è quello che sta succedendo anche oggi.
Sapete, alcune delle armi migliori e più efficaci nel nostro arsenale sono proprio questi missili Javelin, quelli fabbricati qui a Pike County. Sono altamente portatili. Sono estremamente efficaci contro un’ampia gamma di bersagli corazzati. Possono colpire bersagli fino a 4.000 metri di distanza e hanno una capacità “spara e dimentica”. Questo significa che la persona che spara – io lo so che voi lo sapete, ma questo è per tutti quelli che potrebbero stare ascoltando – può mettersi al riparo prima che il Javelin colpisca il bersaglio. In realtà, sono così importanti che ci sono anche delle storie su genitori ucraini – non è uno scherzo – che chiamano i loro neonati “Javelin” o “Javelina”. Non è uno scherzo. Quindi, il coraggioso popolo ucraino, compresi i numerosi civili che hanno preso le armi per difendere il proprio paese, meritano ogni riconoscimento per aver respinto l’assalto russo e frustrato il desiderio di Putin di dominare l’Ucraina.
Siamo a un punto di svolta nella storia, davvero, di quelli che arrivano circa ogni sei o otto generazioni – in cui le cose stanno cambiando così rapidamente che dobbiamo mantenerne il controllo. C’è una battaglia in corso nel mondo tra autocrazia e democrazia. Xi Jinping, il leader della Cina, con cui ho parlato – con cui ho passato più tempo di qualsiasi altro leader mondiale di persona o al telefono (oltre 78 ore) – Beh, il fatto è che lui è dice chiaramente che le democrazie non sono sostenibili nel 21° secolo. Non è uno scherzo. [Dice che] non sono sostenibili perché le cose stanno cambiano molto rapidamente e le democrazie richiedono consenso – ed è difficile ottenere consenso, quindi non possono tenere il passo con un’autocrazia – il governo di un solo uomo. Ma non sarà così. Se ciò accadesse, il mondo intero cambierebbe.
Gran parte dei motivi per cui gli Ucraini sono stati in grado di continuare a combattere e di rendere questa guerra un fallimento strategico per la Russia è perché gli Stati Uniti, insieme ai nostri alleati e partner, li hanno appoggiati. Gli Stati Uniti da soli hanno impegnato più di 5.500 Javelin in Ucraina. Voi state cambiando la sorte di quella nazione. Veramente lo state facendo. Aggiungete a ciò forniture significative dai nostri alleati e partner, oltre a molte migliaia di altre armi anticarro e antiaeree, elicotteri, veicoli corazzati, artiglieria e sistemi di difesa costiera. Prima che la Russia attaccasse, ci siamo assicurati che la Russia [Ucraina] avesse Javelins e altre armi per rafforzare le proprie difese in modo che l’Ucraina fosse pronta per qualunque cosa accadesse. E negli ultimi due mesi abbiamo continuato a trasferire sempre più risorse e attrezzature a un ritmo rapido in Ucraina. Ci siamo assicurati che non ci fossero interruzioni nel flusso di apparecchiature verso l’Ucraina.
Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, poco più di due mesi fa, abbiamo inviato più di 3 miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza all’Ucraina – da soli, noi – senza contare i nostri alleati. E quei soldi sono un investimento diretto nella difesa della libertà e della democrazia stessa. Perché se non resisti ai dittatori, la storia ci ha mostrato che continuano ad arrivare. Continuano ad arrivare. Il loro appetito per il potere continua a crescere.
Ogni lavoratore in questa struttura e ogni contribuente americano contribuisce direttamente alla causa della libertà. Ed è qualcosa di cui possiamo essere tutti incredibilmente orgogliosi. La scorsa settimana ho chiesto al Congresso – se scusate questa questione di privilegio personale, parlando come un vecchio senatore – un budget supplementare – un modo elegante per dire più soldi – per assicurarmi che gli Stati Uniti possano continuare a inviare armi direttamente in prima linea per la libertà in Ucraina e a fornire assistenza economica e umanitaria per il popolo ucraino. Ed io esorto il Congresso ad approvare rapidamente questo finanziamento per aiutare l’Ucraina a continuare ad avere successo contro l’aggressione russa, proprio come ha fatto quando ha vinto la battaglia di Kiev, e per assicurarsi che gli Stati Uniti e i nostri alleati possano rifornire le nostre scorte di armi per sostituire quelle che abbiamo inviato in Ucraina. E come dico sin dal principio, questa lotta non sarà a buon mercato, ma cedere all’aggressione sarebbe anche più costoso. Sosteniamo il popolo ucraino mentre difende il suo paese o restiamo a guardare mentre la Russia continua le sue atrocità e aggressioni? Sapete qual è la mia risposta e penso di sapere anch’io la vostra.
C’è qualcos’altro qui da capire. Essere l’arsenale della democrazia significa anche posti ben pagati per i lavoratori americani in Alabama e negli stati di tutta l’America dove vengono prodotte e assemblate attrezzature per la difesa. Duecentosessantacinque persone qui in questo stabilimento lavorano direttamente al programma Javelin. Lockheed Martin ha portato quasi 3.000 posti di lavoro in Alabama.
Le forze armate degli Stati Uniti d’America continueranno a essere la forza combattente meglio armata e più capace nella storia del mondo. Per fare ciò, dobbiamo assicurarci che le aziende della difesa abbiano tutte le forniture di cui hanno bisogno per produrre, proteggere e fornire la piena capacità. Oggi ho appreso che ciascuno dei Javelin che voi producete contiene più di 200 semiconduttori. Io sono stato un disco rotto, e la stampa ve lo dirà, sul nostra necessità di produrre più semiconduttori negli Stati Uniti. Noi abbiamo fatto tutti fessi [We invented the sucker]. Noi siamo andati sulla luna – noi, gli Stati Uniti. Abbiamo fatto più di chiunque altro. Ma indovinate un po’? Abbiamo smesso di investire su noi stessi. Abbiamo smesso di investire su noi stessi.
E così, ora siamo di nuovo in gioco. Dobbiamo assicurarci di diventare il principale produttore di quei semiconduttori – chip per computer che alimentano gran parte della nostra vita moderna. Sono nei nostri telefoni, nelle nostre auto, in quasi tutto ciò che ha un interruttore di accensione/spegnimento. E il semiconduttore è fondamentale per la capacità di produzione nella difesa, come voi tutti sapete meglio di me. Ecco perché stiamo rendendo il più difficile possibile per la Russia ottenere semiconduttori e tecnologie avanzate che potrebbe utilizzare per potenziare le sue forze armate durante questo conflitto, e perché stiamo adottando misure per rendere più facile reperire ciò di cui abbiamo bisogno qui negli Stati Uniti durante una carenza globale di semiconduttori. E solo un’altra cosa: c’è solo un motivo in più per cui il Congresso deve agire rapidamente per fornire i finanziamenti di emergenza per il cosiddetto CHIPS Act, approvando il più ampio Bipartisan Innovation Act in modo da poter produrre decine di milioni di questi chip. C’è qualcosa su cui dobbiamo concentrarci e qualcosa su cui mi sono concentrato fin dai miei primi giorni della nostra amministrazione: sono determinato a fare in modo che gli Stati Uniti mantengano un livello tecnologico competitivo con altre nazioni, in particolare la Cina, per andare avanti.
Sapete, noi – come nazione – investivamo 35 anni fa il 2% del nostro PIL in ricerca e sviluppo. Adesso è la metà. Eravamo i numeri uno al mondo. Ora siamo il numero 13 al mondo. La mia amministrazione sta cambiando queste cose. Gli Stati Uniti possedevano il campo dell’innovazione. In realtà, è stato un programma di ricerca del Dipartimento di Difesa a creare la Darpa, l’Agenzia per i progetti di ricerca avanzata di difesa. È così che c’è stato il primo sviluppo di un missile anticarro con avanzati sistemi di guida a infrarossi, quello che è culminato nell’attuale Javelin. Il Bipartisan Innovation Act aiuterà a invertire il declino decennale degli investimenti federali in ricerca e sviluppo. E dovrebbe creare posti di lavoro e supportare intere famiglie, espandere la produzione statunitense e rafforzare la nostra sicurezza nazionale.
Dov’è scritto, in nome di Dio, che gli Stati Uniti non possono più essere un produttore leader nel mondo? Abbiamo creato, solo negli ultimi 17 mesi, 465.000 posti di lavoro permanenti in America. Abbiamo i migliori lavoratori, i dipendenti più competenti, la migliore scienza del mondo. E finanziando il Chips Act, faremo in modo che i semiconduttori che alimentano l’economia e la nostra sicurezza nazionale siano prodotti di nuovo qui in America. Oggi, tutti i chip più avanzati del mondo sono prodotti all’estero. Ma gli eventi degli ultimi anni hanno dimostrato senza ombra di dubbio che la sicurezza americana non dovrebbe mai essere tenuta in ostaggio da eventi all’estero, né da una pandemia, né da una guerra, né dalle ambizioni politiche di altri paesi. Questo è un problema di sicurezza nazionale. Questo è uno dei motivi per cui il Partito Comunista Cinese sta facendo pressioni sulla gente affinché si opponga a questo disegno di legge. Ed è una questione che unisce Democratici e Repubblicani. Quindi, facciamolo. Facciamolo.
Nella sua introduzione, Linda ha detto di aver toccato personalmente ogni singolo Javelin dei 50 mila che sono stati prodotti in questa fabbrica. Ero preoccupato di stringerti la mano, Linda. Ho pensato che potrei… essere fulminato [risate]. Ma è qui che tutto inizia: proprio qui, con abilità americana, maestria americana, patriottismo americano. Solo pochi giorni fa, il Wall Street Journal ha citato un giovane combattente ucraino che diceva: «Senza i Javelin, sarebbe stato molto difficile fermare il nemico che avanzava». Quindi queste armi, toccate dalle mani – le tue mani – sono ora nelle mani degli eroi ucraini, facendo una differenza significativa. Ed è qualcosa di cui ogni giorno potresti e dovresti essere orgogliosa.
E sto esortando ancora una volta il Congresso ad approvare rapidamente il disegno di legge sul finanziamento supplementare per oltre 30 miliardi per aiutare gli ucraini. Così, questo può tenervi tutti molto, molto — tutti molto, molto occupati per un po’ qui. Quindi, lasciatemi finire dove ho iniziato. Sono venuto per un motivo fondamentale, dal profondo del mio cuore: per dire grazie. Grazie, grazie, grazie per quello che fate. Grazie per quello che continuate a fare. . A meno che non vai fuori dal campo e lo vedi, non ti rendi conto della differenza che stai facendo.
Possa Dio benedirvi tutti. E che Dio protegga le nostre truppe. Grazie mille. [Applausi]
Joe Biden